Non ti pago
Non ti pago
di Eduardo De Filippo
regia Luca De Filippo
con (in ordine di apparizione)
Carolina Rosi, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto
Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato
Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti
Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini
produzione La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
di Eduardo De Filippo
regia Luca De Filippo
con (in ordine di apparizione)
Carolina Rosi, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto
Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato
Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti
Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini
produzione La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo sostenuta dall’ottima accoglienza che Non ti pago sta registrando in tutti i teatri che lo hanno voluto ospitare, ha deciso di riproporre lo spettacolo nella Stagione 2017-2018 sia per portare avanti quelli che erano i progetti di Luca sia per dare compimento al suo desiderio di non fermare il lavoro della compagnia.
Luca ci mancherà sulla scena, ma ci ha lasciato una precisa ed accurata regia, fedele ai tempi e alla scrittura di suo padre con una modalità tutta sua di dare continuità alla tradizione senza rinunciare a una propria identità.
Non ti pago, che fa parte della produzione dei “giorni pari” è uno dei testi più noti della prima drammaturgia eduardiana ed anche uno dei più divertenti: la commedia, andata in scena per la prima volta nel 1940, è stata negli anni riproposta dai De Filippo con grande divertimento del pubblico e apprezzamento della critica.
E’ una storia che parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana fatta di paure, angosce e miseria non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’ingenua attesa di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore.
Come lo stesso Luca aveva stabilito a sostituirlo è stato chiamato Gianfelice Imparato, un attore che si è formato con Eduardo e che si è dimostrato pienamente all’altezza del non facile compito mostrando di essere perfettamente a suo agio nei panni di Ferdinando Quagliuolo.
Ad interpretare il ruolo di sua moglie Concetta è Carolina Rosi, figlia di Francesco uno dei grandi Maestri del cinema italiano, che da anni in compagnia interpreta i principali ruoli femminili.
Nel cast anche Nicola Di Pinto (Aglietiello), Massimo De Matteo (Mario Bertolini), Gianni Cannavacciuolo (padre Raffaele), Giovanni Allocca (l’avvocato Strummillo) e Paola Fulciniti (Erminia e Carmela); accanto a loro i giovanissimi Carmen Annibale, Viola Forestiero, Federica Altamura, Andrea Cioffi.
Breve sinossi
Il protagonista Ferdinando Quagliuolo, è personaggio ambiguo e surreale, che vive tra sogno e realtà. Gestore di un botteghino del lotto a Napoli è un accanito giocatore eccezionalmente sfortunato. Al contrario un suo impiegato Mario Bertolini, suo futuro genero, interpretando i sogni, colleziona vincite su vincite e addirittura un giorno gli capita di vincere una ricca quaterna di quattro milioni delle vecchie lire datagli in sogno proprio dal defunto padre del suo datore di lavoro. Accecato da una feroce invidia Don Ferdinando si rifiuta di pagargli la vincita e rivendica il diritto di incassare la somma per se. Egli sostiene che lo spirito di suo padre avrebbe commesso un involontario scambio di persona recandosi per errore nella vecchia abitazione della famiglia Quagliuolo dove ora risiede il giovane Bertolini. La commedia si sviluppa intorno ai vari tentativi di Ferdinando di appropriarsi del biglietto vincente con esasperate contese, dispute surreali e grottesche maledizioni…
Dalla rassegna stampa
Dalla rassegna stampa
Una società un po’ folle ma piena di humour
Ci sarebbe un modo molto bello di ricordare Luca De Filippo, che se n’è andato all’improvviso lasciando una scia di rimpianto e di ricordi: vedere l’ultimo spettacolo da lui diretto Non ti pago, una cosa viva, piena di humour, di charme che sa divertire il pubblico anche grazie a un gruppo di attori affiatati, con i tempi perfetti che questo testo eduardiano richiede. […] Un perfetto meccanismo, che mescola genialmente il riso, l’inquietudine, la riflessione, il ritmo dell’azione a quello del pensiero, che gli attori sanno assecondare e che la regia sa restituirci in tutta la complessità tipica di quelle commedie eduardiane che sotto un’apparente leggerezza sono, in realtà, lo specchio ferocemente ironico e inquieto di una società squinternata. Da vedere.
Maria Grazia Gregori, l’Unità
Un gioiello di Eduardo per l’ultima regia di Luca De Filippo
[…] Ne è venuto fuori uno spettacolo divertente, con un bel ritmo e pieno di vitalità che funziona in modo nitido. Gianfelice Imparato fa Ferdinando con la sua tradizionale bravura: entrato nel corso delle repliche nel ruolo che era di Luca, sprizza diffidenza, bile, paura. […] tutti bravi caratteristi, capaci di non scadere nel ritratto convenzionale della macchietta, attori forti della tradizione napoletana, in cui si vede il frutto di un lavoro lunghissimo di memoria storica e presenza viva. Anche per questo Non ti pago è un autentico gioiellino: un delicatissimo equilibrio fra il piacere di divertire e la voglia di raccontare, tra gioco e amaro sarcasmo.
Anna Bandettini, la Repubblica
Un De Filippo da non perdere
[…] Ferdinando, interpretato dal bravo Gianfelice Imparato con tempi comici perfetti, toni di rabbia trattenuta e lampi di annoiata sopportazione […] una bella compagnia di attori che ben giocano con i loro personaggi da Carolina Rosi a Gianni Cannavacciuolo, a Nicola Di Pinto a Viola Forestiero, per uno spettacolo che fa assaporare la vivacità e la vitalità della nostra tradizione.
Magda Poli, Il Corriere della Sera
La cabala misteriosa dei numeri
Luca De Filippo nella sua messinscena ha segnato un punto centrale, nell’affinamento registico e interpretativo che era andato maturando negli anni. A costo di dissipare, o snellire, il pericolo di un mero “museo eduardiano”, per mettere piuttosto in primo piano i nodi vitali di quelle invenzioni geniali di drammaturgia, e renderle piuttosto assai utili a comprendere l’oggi. Senza tradire lo spirito originario.
Gianfranco Capitta, il manifesto
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