Tavola tavola, chiodo chiodo…
Tavola tavola, chiodo chiodo…
un progetto di Lino Musella e Tommaso De FIlippo
tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
uno spettacolo di e con Lino Musella
musiche dal vivo Marco Vidino
scene Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti
suono Marco D’Ambrosio
ricerca storica Maria Procino
collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo
assistente alla regia Melissa Di Genova
costumi Sara Marino
fotografie Mario Spada
produzione Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007
Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 a Lino Musella Miglior attore protagonista
un progetto di Lino Musella e Tommaso De FIlippo
tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo
uno spettacolo di e con Lino Musella
musiche dal vivo Marco Vidino
scene Paola Castrignanò
disegno luci Pietro Sperduti
suono Marco D’Ambrosio
ricerca storica Maria Procino
collaborazione alla drammaturgia Antonio Piccolo
assistente alla regia Melissa Di Genova
costumi Sara Marino
fotografie Mario Spada
produzione Elledieffe, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
con il contributo della Regione Campania L.R. n. 6/2007
Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 a Lino Musella Miglior attore protagonista
Date Tournée
2024
14 e 15 giugno Milano Teatro dell’Elfo
Tavola tavola, chiodo chiodo… una nuova produzione di Elledieffe e dello Stabile di Napoli con Lino Musella, autentico talento della scena, tra i più apprezzati della sua generazione, vincitore – tra gli altri – nel 2019 del Premio Ubu come migliore attore.
A ‘dare il la’ a questo nuovo progetto, fortemente voluto dall’attore napoletano, sono state le tante riflessioni emerse, durante la pandemia, sul mondo dello spettacolo e sulle sue sorti.
“In questo tempo mi è capitato – scrive Musella nelle sue note – di rifugiarmi nelle parole dei grandi: poeti, scrittori, drammaturghi, filosofi, per cercare conforto, ispirazione o addirittura per trovare, in quelle stesse parole scritte in passato, risposte a un presente che oggi possiamo definire senza dubbio più presente che mai; è nato così in me il desiderio di riscoprire l’Eduardo capocomico e – mano mano – ne è venuto fuori un ritratto d’artista non solo legato al talento e alla bellezza delle sue opere, ma piuttosto alle sue battaglie donchisciottesche condotte instancabilmente tra poche vittorie e molti fallimenti”.
Tommaso De Filippo – impegnato nella cura dell’eredità culturale della famiglia – ha appoggiato Lino Musella nella sua ricerca nelle memorie di Eduardo volendo incoraggiare fortemente il dialogo tra generazioni in scena.
L’attore ha dato dunque voce e corpo alle parole delle lettere indirizzate alle Istituzioni, ai discorsi al Senato, agli appunti, ai carteggi relativi all’impresa estenuante per la costruzione e il mantenimento del Teatro San Ferdinando; affiancato in scena dal maestro Marco Vidino che ha eseguito dal vivo musiche originali appositamente composte per lo spettacolo.
“Tavola tavola, chiodo chiodo – continua Musella – sono le parole incise su una lapide del palcoscenico del San Ferdinando, lapide che Eduardo erige a Peppino Mercurio, il suo macchinista per una vita, che tavola dopo tavola, appunto, era stato il costruttore di quello stesso palcoscenico, distrutto dai bombardamenti nel ‘43. Faccio parte di una generazione nata tra le macerie del grande Teatro e che può forse solo scegliere se soccombere tra le difficoltà o tentare di mettere in piedi, pezzo dopo pezzo, una possibilità per il futuro, come ermeticamente indicano quelle parole – incise nel Teatro di Eduardo – che in realtà suggeriscono un’azione energica e continua.
Questo grande artista è costantemente impegnato a ‘fare muro’ per smuovere la politica e le Istituzioni e ne esce spesso perdente, in parte proprio come noi in questo tempo, ma anche da lontano non smette mai di alzare la sua flebile, roboante voce e mi piace pensare che lo faccia proprio per noi”.
Dalla rassegna stampa
Dalla rassegna stampa
Eduardo l’uomo che seppe parlare di teatro e con il teatro per accusare la società e la politica delle colpevoli distrazioni quotidiane è ancora tutto da scoprire, così per molti è una sorpresa, bella ed emozionante.
Affidate al talento, alla voce, al gesto, alle intuizioni registiche, di Lino Musella le parole restano ben ferme nel loro significato e valore storico, ma diventano anche poesia, emozione, rappresentazione veloce e serrata, spettacolo lucido, coinvolgente, molte volte divertente, come conviene al teatro.
E alla fine dello spettacolo gli spettatori giustamente gli offrono un fiume di applausi.
Giulio Baffi, La Repubblica
È un Eduardo per molti aspetti inedito che fa della sua lotta per il teatro, per la sua sopravvivenza, un obiettivo di impegno civile.
È uno struggente inno d’amore all’arte scenica, alla sua fragilità e alla sua forza, dove l’Eduardo di Musella sembra parlare direttamente a questo nostro presente: nonostante le minacce, le difficoltà, gli ostacoli, su tutto infatti sopravvive la consapevolezza che “finché ci sarà un solo filo d’erba sulla terra ci sarà sul palcoscenico un filo d’erba finto”.
Musella si conferma attore superlativo, di raro magnetismo, capace di dominare la scena, oscillando tra straniamento e immedesimazione.
Fabrizio Coscia, il Mattino
Nessuna critica si può muovere allo spettacolo. Il merito che va riconosciuto è quello di aver utilizzato la voce e il pensiero di Eduardo, per portare in superficie tutto il dramma che accompagna il teatro nella sua collocazione sociale, politica ed economica. Un plauso è doveroso per le musiche eseguite da Marco Vidino, la cui chitarra ha accompagnato, ora come prima attrice, lo spettacolo, nella sempre meritoria scelta di suonare dal vivo.
Mario Sica, Il Roma
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