di e con Daniela Marazita
elementi di scena Teresa Fano
regia Alessandro Minati

di e con Daniela Marazita
elementi di scena Teresa Fano
regia Alessandro Minati

Date Tournée

dal 26 settembre al 9 ottobre 2016 ROMA Teatro Vascello 
dal 15 al 19 febbraio 2017 MILANO Teatro Franco Parenti

E’ tratto dall’omonimo libro di Daniela Marazita, divenuto un caso letterario sia pure di nicchia, lo spettacolo Hai appena applaudito un criminale, intenso racconto dell’esperienza di una donna che sfida il pregiudizio estremo, scegliendo di fare teatro in carcere con uomini colpevoli di indicibili reati.

Al Teatro Vascello, dal 19 al 29 novembre, l’autrice e interprete, diretta da Alessandro Minati, renderà il pubblico partecipe della sua esperienza di laboratorio teatrale condotta nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso.

Nel gelo di una cappella dedicata alla celebrazione della messa, si tengono i primi incontri. All’inizio ci sono un uomo e una donna ma presto lei rimarrà l’unica a condurre il gruppo di dodici uomini verso quello che appare l’irraggiungibile traguardo del palcoscenico.

Un’altalena di sentimenti e contraddizioni – dalla diffidenza alla paura, dallo scoramento al riscatto, dalla seduzione al tradimento, dal giudizio morale al dolore, dall’impotenza al rigore, dalla violenza alla finzione – va a disegnare la cronaca dell’ incontro straordinario della protagonista con un mondo di uomini reclusi ancora più “diversi” per aver commesso reati che scuotono la coscienza collettiva, che fanno orrore.

Un’esperienza – trasfigurata grazie all’azione teatrale – che penetra inconsapevolmente il sommerso che è in ognuno di noi, un incontro impossibile tra le sbarre che diviene realtà da condividere tra “liberi” e “detenuti”.

L’accettazione della contraddizione come strumento di sopravvivenza che solo il teatro sa cogliere.
Nel luogo della privazione della libertà e non solo, attraverso il teatro, si apre dunque una riflessione anche sulle prigioni interiori, sul senso della “detenzione” come pena da infliggere, sul bene, sul male, senza limiti sul valore della diversità di genere, e di ogni genere.

Si semina senza aspettative e qualche volta il miracolo accade: la conferma che il teatro è un doveroso atto di civiltà dell’uomo verso se stesso.

Grazie a lavoro laboratoriale condotto da Daniela Marazita e al loro impegno, quattro detenuti autori di altrettanti monologhi, hanno ricevuto la menzione speciale della giuria del Premio nazionale di drammaturgia civile “Giuseppe Bertolucci” 2015.

Dalla rassegna stampa

Dalla rassegna stampa

Daniela Marazita appare enorme in scena. La sua presenza vivace e fluida riempie lo spazio ristretto della rievocazione/rappresentazione, e questa intimità logistica le conferisce qualcosa di sacro, di separato, di ieratico.
[…] al di là dell’indubbio valore sociale dell’operazione da cui scaturisce, è soprattutto -evviva un inno al senso del teatro, un grido di vendetta verso chi non ne comprende la necessità.

Laura Novelli, Succedeoggi

 

Daniela Marazita ideatrice e interprete da’ voce, in maniera molto coraggiosa, a una parte di umanità che per caso o per volontà, risulta frustrata e muta. […] a raccontarli è sempre soltanto lei, la Marazita, che coinvolge il pubblico con la sua voce potente, ammaliante, aggressiva, capace di modularsi, assecondando le corde del momento.
[…] Un immenso mare di parole ed emozioni che confluiscono tutte verso il finale apologetico e catartico, in un anelito di libertà  condotto alla dolcezza e al perdono. Sublime e a tratti doloroso, ci ricorda che tutti hanno diritto ad una possibilità.

Susanna Schivardi, Gli Scomunicati

 

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